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Un viaggio tra il presente e il futuro del pulito

Presentata nel corso dell’ultima edizione di PULIRE e lo scorso 19 ottobre anche a Verona, la seconda edizione del volume di Giulio Guizzi, AFIDAMP Ambassador, ‘Pulizia igienica e sanificazione – La sporca storia del pulito’, imperdibile libro per tutti coloro che operano nel settore, ma anche per chi vuole saperne di più.


L’entusiasmo e la passione di Giulio Guizzi sono contagiosi. Impossibile uscire da una conversazione con lui senza la voglia di saperne di più, di approfondire, di esplorare il mondo delle pulizie professionali. Entusiasmo e passione che sono sostenuti da una cultura e da una conoscenza sconfinata dell’intero comparto, dalle origini, fino alle incursioni nel futuro. Tutti questi elementi sono stati alla base del suo libro ‘Pulizia igienica e sanificazione – La sporca storia del pulito’, giunto ora alla sua seconda edizione giunto ora alla sua seconda edizione integrata di oltre 150 pagine.


“Il mondo delle pulizie – spiega Guizzi – sembra semplice, o almeno così vogliono presentarlo. In realtà manca ancora, nonostante il lavoro delle associazioni, cultura e conoscenza. L’obiettivo di questo libro è proprio quello di portare cultura, originata dalla conoscenza del passato e dalla previsione del futuro, a tutti coloro che vogliono approfondire queste tematiche, per essere preparati ad affrontare il proprio mestiere nel modo migliore. Esperienze come quella recente della pandemia dovrebbero insegnarci che senza competenza si corrono rischi e non si ottengono risultati”.


Il percorso che Giulio Guizzi compie nel proprio libro parte da lontano, proprio per arrivare a spiegare come funziona il mondo del pulito, cosa è stato realizzato, e può quindi esserci da insegnamento per quanto possiamo, e dobbiamo, ancora realizzare. Il suo obiettivo è proprio quello di dimostrare che quello del Cleaning non è, e non si deve sentire, un mondo di serie B.


“Pensiamo a quanta storia – prosegue Guizzi – c’è dietro a questo mondo. Una storia fatta di invenzioni e scoperte, tutte inserite nella seconda edizione del mio libro. Ne è un esempio il sottotitolo ‘Dall’oro blu al metaverso via Malta’. Ho infatti scoperto che nel 1700 l’Ospedale di Malta, o Sacra Infermeria, era il più famoso di tutti perché vi si riscontrava il minimo delle infezioni, quelle dette oggi nosocomiali. Primato noto in tutta Europa, dovuto alla centenaria sapienza ospedaliera dei Cavalieri di Malta di San Giovanni. Essi avevano in Gerusalemme, con le crociate, fondato il loro primo ospedale contando sia sulla loro esperienza di monaci benedettini amalfitani, sia sui postulati medici della scuola salernitana. Ma avevano poi enormemente ampliato il loro sapere scientifico chiamando a praticare in ospedale medici greci, bizantini, egiziani, ebrei e arabi. Si era così consolidata nel tempo una piattaforma sapienziale che non si espletava solo nelle cure, ma anche negli accorgimenti igienici di pulizia pratica dei reparti. Tra questi l’uso di piatti e vasellame d’argento per le proprietà antisettiche e a quello dell’alcool, allora disinfettante sconosciuto speciale e distillato dagli alambicchi arabi”.


Un importantissimo esempio della sanificazione in ambito sanitario, sempre estremamente rilevante per prevenire moltissime malattie.


Il percorso che Guizzi fa nella storia del pulito passa anche dalla Pineta di Tombolo, “questo davvero nessuno lo ha mai saputo e scritto!”, sottolinea Guizzi, in Italia, tra Livorno e Pisa. In quello che poi sarebbe divenuto Camp Darby, base americana durante la guerra, sono state ritrovate le piccole gru, i piccoli escavatori, i carrelli elevatori, le spazzatrici, le scale, le lavapanni, le lavastoviglie e tanto altro ancora. E ancora, davvero con grande sorpresa, le lavasciuga pavimenti combinate automatiche a batterie American Lincoln in uso negli Stati Uniti fin dagli inizi del 1900 trattate e descritte con tutte le altre macchine anche in alcune lezioni universitarie al MIT.


Ma quindi, viene da chiedere a Guizzi, non si inventa nulla?


Si può e si deve inventare moltissimo – risponde con la consueta energia - tenendo conto però delle esperienze del passato e di quanto giù è stato fatto. Difficile è ancora trovare tra gli addetti del settore operatori che abbiano voglia di studiare, di informarsi, di verificare cosa si può cambiare in meglio. Ancora troppo spesso la pulizia viene considerata come materia conosciuta, facile da apprendere. Ben sappiamo che non può essere così. Le faccio un esempio su tutti. Jacque Attali, noto economista e scrittore francese, ha ben sottolineato in una recente indagine sulle nuove professioni, come il mestiere della pulizia sia il primo al mondo. Il primo mestiere necessario per vivere bene, il primo mestiere che è stato tramandato. E allora, dobbiamo continuare a farlo”.


Vivere bene, appunto, in salute, in sicurezza. Abbiamo tutti visto come sia importante e fondamentale. La speranza, come evidenzia anche Guizzi, è che la maggiore cultura, la conoscenza dei rischi, portino a una diffusione maggiore delle pratiche del pulito.


“Le nuove tecnologie – approfondisce – che hanno oggi costi decisamente inferiori rispetto al passato, sono un validissimo aiuto sia per valutare la sanificazione degli ambienti, sia per avere macchinari di alto livello, facili e comodi da utilizzare. Ma bisogna conoscere prodotti e strumenti, comprenderne l’uso corretto, avere competenza, appunto. Un’area sulla quale bisognerà impegnarsi molto, in particolare anche a causa dei cambiamenti climatici e dell’evoluzione del mondo, è quella della pulizia dell’aria si in ambienti esterni, sia in ambienti interni”.


Ma a nulla saranno valse le evoluzioni della tecnica se non avremo persone e operatori informati e formati.


E quindi…Buona lettura!

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